Il corso

Il Corso di Studi ha durata triennale, abilita all'esercizio della professione di Tecnico della Prevenzione nell'Ambiente e nei Luoghi di Lavoro e consente l'iscrizione all'albo professionale.
Il percorso accademico si pone l'obiettivo di formare professionisti che possiedano delle solide conoscenze di base nel campo delle scienze e tecniche della prevenzione e abbiano maturato, attraverso le attività di tirocinio, un'adeguata conoscenza dei contesti di intervento e degli strumenti operativi per la gestione delle strategie di riduzione del rischio nei diversi ambiti di applicazione. Per raggiungere questi obiettivi il percorso di studi prevede, oltre alle attività didattiche, un'offerta articolata di attività professionalizzanti (tirocini organizzati in aziende pubbliche e private, laboratori professionali, acquisizione di hard e soft-skills) necessarie per iniziare la costruzione di un percorso professionale in continua e dinamica evoluzione.
I laureati sono operatori sanitari cui competono le attribuzioni previste dal D.M. del Ministro della sanità 17 gennaio 1997, n. 58; sono responsabili, nell'ambito delle loro competenze, di tutte le attività di prevenzione, verifica e controllo in materia di igiene e sicurezza ambientale nei luoghi di vita e di lavoro, di igiene degli alimenti e delle bevande, di igiene di sanità pubblica e veterinaria. I laureati in tecniche della prevenzione, operanti nei servizi di controllo ufficiale con compiti ispettivi e di vigilanza, sono, nei limiti delle loro attribuzioni, ufficiali di polizia giudiziaria. I laureati sono in grado di individuare i potenziali pericoli presenti negli ambienti studiati, di definirne le caratteristiche fondamentali e/o di usare gli strumenti per raggiungerne una conoscenza più approfondita; sanno utilizzare il modello della Risk Analysis per misurare e valutare l'esposizione ai fattori di rischio ed infine definire il livello di rischio per le popolazioni interessate. Essi sanno, inoltre, indicare le soluzioni idonee ad eliminare o limitare il rischio e utilizzare le strategie di prevenzione proprie delle Autorità Pubbliche per il raggiungimento di tale fine.
Sito web: http://www.tdp.univ.fvg.it/

Conoscenza e comprensione.

AREA SCIENZE DI BASE
I laureati in Tecniche della prevenzione possiedono le basi chimico-fisiche e biologiche per comprendere in modo approfondito i fattori di rischio per la salute presenti nell'ambiente di vita, di lavoro e negli alimenti; tali conoscenze vengono acquisite mediante gli insegnamenti di base e i laboratori applicativi.
Hanno una preparazione statistica ed epidemiologica di base, conseguita con insegnamenti dedicati e sessioni di esercitazione. Mediante insegnamenti specifici acquisiscono la conoscenza dei rischi chimici, fisici, biologici, che possono derivare per l'uomo dall'ambiente di vita, compresi gli alimenti, e dall'ambiente di lavoro, nonché i processi in grado di generarli.
Le conoscenze sono approfondite sul versante dell'esposizione, ma comprendono anche le informazioni di base sui possibili danni, fornite da insegnamenti di tipo medico-clinico. Attività integrative permettono di approfondire ulteriormente i rischi emergenti che rivestono uno specifico interesse per la salute pubblica.
I laureati acquisiscono conoscenze di base nelle materie giuridiche, relative sia ai procedimenti amministrativi che a quelli penali, il cui insegnamento è affidato alla collaborazione con la facoltà di Giurisprudenza; acquisiscono una buona conoscenza della legislazione specifica, ottenute con la collaborazione dei servizi sanitari e ambientali deputati alla loro applicazione.


AREA DELL’ANALISI DEL RISCHIO (RISK ANALYSIS)
I laureati conoscono e comprendono i presupposti teorici del metodo dell'Analisi del Rischio (Risk Analysis) nei suoi componenti specifici: Valutazione del Rischio (Risk Assessment), Gestione del Rischio (Risk Management) e Comunicazione del Rischio (Risk Communication). Conoscono gli approcci metodologici per impostare l'analisi dei pericoli, il dimensionamento del rischio e dei potenziali danni da esso derivabili, conoscono i metodi e gli strumenti di misura delle esposizioni.
I laureati in Tecniche della prevenzione possiedono le basi epidemiologiche, tossicologiche, statistiche e normative per comprendere l'approccio metodologico che consente di effettuare un risk assessment appropriato nei luoghi di lavoro, di vita e nelle filiere alimentari. Comprendono le tecniche di dimensionamento del rischio specifico, basate sul calcolo di frequenza e magnitudo, e le variabili da prendere in considerazione per condurre una valutazione specifica nei diversi set produttivi.
Conoscono e comprendono i principi base per la pianificazione, progettazione e applicazione dei sistemi di gestione della sicurezza nei vari ambiti (risk management). In particolare viene approfondita la conoscenza dei sistemi di gestione che hanno come riferimento la norma volontaria UNI EN ISO BS OHSAS 18001:2007 - Requisiti per un Sistema di Gestione della Salute e della Sicurezza del Lavoro (SGSSL).
Conoscono e comprendono i principi base per la pianificazione, progettazione e applicazione dei sistemi di gestione della sicurezza alimentare (piani di autocontrollo) basati sul sistema della Hazard Analysis and Critical Control Point (HACCP) nell'ambito delle diverse fasi della filiera alimentare (produzione primaria, trasformazione, produzione, trasporto, somministrazione e commercializzazione).

Acquisiscono conoscenze di base sulle misure tecniche di riduzione delle esposizioni con un approfondimento avanzato su presidi specifici in tema di ambiente, alimenti e luoghi di lavoro; gli insegnamenti specifici si avvalgono della collaborazione con la facoltà di Agraria per gli alimenti e con la facoltà di Ingegneria per ambiente e luoghi di lavoro.
Sanno individuare le carenze nei presidi di prevenzione in specifici contesti lavorativi o ambientali e sanno indicare le principali azioni correttive necessarie; la capacità viene acquisita attraverso esercitazioni d'aula e esperienze sul campo.
Conoscono i principi base della comunicazione del rischio (risk communication).


AREA DELLE COMPETENZE ORGANIZZATIVE E RELAZIONALI
I laureati devono acquisire le conoscenze di base relative all'organizzazione del lavoro e la capacità di individuare i fattori organizzativi che necessitano di correzioni, come ad esempio le situazioni di stress lavoro-correlato.
Devono conoscere le responsabilità generali connesse all'esercizio della professioni sanitarie e, più compiutamente alla professione di Tecnico della Prevenzione. Devono acquisire elementi generali delle tutele previdenziali del lavoratore con problemi di salute.
Comprendono i ruoli dei vari professionisti nel contesto organizzativo in cui operano e interagiscono efficacemente con essi.
Acquisiscono la capacità di comunicare correttamente in ambiti complessi.

Capacità di applicare conoscenza e comprensione.

AREA SCIENZE DI BASE
I laureati in Tecniche della prevenzione sanno applicare le conoscenze di base acquisite al processo di analisi dei rischi in contesti operativi specifici e sanno individuare le misure idonee al contenimento. In particolare vengono acquisite le capacità di misura dei fattori di rischio mediante esercitazioni specifiche e tirocini presso le aziende sanitarie, le agenzie di protezione ambientale e gli stage presso aziende e studi privati.
Sanno applicare i principali metodi statistici utili a definire il pericolo e/o il danno e sanno utilizzare gli strumenti epidemiologici di base per leggere i dati di salute istituzionali o di letteratura sia attraverso l'analisi dei dati in possesso di ARPA e Aziende sanitarie, sia attraverso alcune esperienze in fase di stage. Le capacità comunicative vengono sviluppate attraverso specifici corsi teorico-pratici. La capacità di applicare la normativa di prevenzione e quella di controllo viene acquisita attraverso tirocini ripetuti presso i servizi deputati al controllo ufficiale.


AREA DELL’ANALISI DEL RISCHIO (RISK ANALYSIS)
I laureati in Tecniche della prevenzione sanno applicare le conoscenze acquisite al processo di analisi dei rischi in contesti operativi specifici. In particolare sono in grado di applicare in situazioni operative le tecniche di dimensionamento dei fattori di rischio (misure fisiche, chimiche, procedurali).
Sono in grado di valutare la corretta impostazione del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) applicato a processi produttivi specifici.
Sono in grado di valutare la corretta impostazione delle misure di contenimento e riduzione dei rischi implementate a partire dallo specifico DVR.
Sono in grado di condurre una valutazione di base sulla reale effettività dell'applicazione dei Sistemi di gestione della salute e della sicurezza sul lavoro, valutando la ricaduta reale delle azioni preventive e correttive individuate dal datore di lavoro.
Sono in grado di impostare un documento di valutazione del rischio, di implementarne l'aspetto procedurale e di gestirne le ricadute in termini di informazione, formazione e addestramento dei lavoratori.
Sono in grado di valutare la corretta impostazione del Piano aziendale di autocontrollo applicato a processi produttivi specifici in ambito alimentare. Sono in grado di valutare la corretta impostazione delle procedure preventive e delle misure di gestione de punti critici di controllo (CCP) implementate dagli operatori del settore alimentare a partire dallo specifico risk assessment.
Attraverso la didattica tutoriale d'aula viene promossa, attraverso l'interattività e il contatto/scambio con i tutori professionali, la capacità di orientare e utilizzare le conoscenze acquisite ad ambiti operativi specifici. Le attività specifiche che vengono svolte riguardano la capacità di effettuare misure volte al corretto dimensionamento del rischio (rumore, vibrazioni, polveri, etc.) di valutare propriamente il grado di esposizione dei lavoratori e il grado di protezione che è necessario garantire ai lavoratori interessati.
Vengono progettati e realizzati momenti in cui gli studenti vengono impegnati attivamente nella discussione critica di casi reali, nella valutazione di documenti e procedure utilizzati nei set operativi al fine di ridurre il rischio o il numero degli esposti. Vengono effettuate visite guidate presso realtà produttive della regione.
Le attività di tirocinio, precedute dalle attività didattiche di introduzione al tirocinio pratico, riferite all'area specifica si svolgono nelle Aziende per i Servizi Sanitari della Regione presso i Servizi di Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro, nei Servizi aziendali di Prevenzione e Protezione in ambito privato e pubblico e, per ciò che riguarda la valutazione del rischio ambientale presso l'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente nei Servizi che si occupano della prevenzione dell' inquinamento.
Le attività di tirocinio riferite all'area della sicurezza alimentare, precedute dalle attività didattiche di introduzione al tirocinio pratico, si svolgono nelle Aziende per i Servizi Sanitari della Regione presso i Servizi di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione e i Servizi di Assistenza Veterinaria.


AREA DELLE COMPETENZE ORGANIZZATIVE E RELAZIONALI
I laureati sono in grado di riconoscere e valutare situazioni di carenza organizzativa che possono influire sulle condizioni di salute in ambito lavorativo e ambientale e di proporre azioni correttive.
Sono in grado di operare in modo tollerante, privo di pregiudizi, rispettando i valori e i diritti dei lavoratori e delle imprese.
Sono in grado di lavorare in team rispettando le diverse professionalità e competenze.
Sono in grado, anche in situazioni complesse, di gestire i fattori comunicativi che possono generare situazioni di conflittualità in grado di generare situazioni di pericolo per la salute.

Sbocchi occupazionali e professionali previsti per i laureati.

Tecnico delle Prevenzione nell'Ambiente e nei Luoghi di Lavoro (D. Ministero della Salute del 17 Gennaio 1997, n° 58)
La figura professionale di tecnico della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro può inserirsi nel mondo del lavoro, in regime di dipendenza o libero professionale, sia nel settore pubblico (strutture del SSN quali i Dipartimenti di Prevenzione o strutture delle Agenzie Regionali per la Protezione dell'Ambiente), con funzioni di prevenzione, controllo e vigilanza (come previsto dal D.M. n. 58 del 17.01.1997), sia nel settore privato con compiti di tipo organizzativo e gestionale della sicurezza degli ambienti di lavoro o degli alimenti (servizi di prevenzione e protezione aziendali, industria alimentare) o dei presidi di tutela ambientale.
Nel settore del controllo ufficiale il laureato può esercitare le sue competenze all'interno di varie strutture: Azienda Sanitarie Locali e Aziende Ospedaliere, Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale (ARPA), Uffici di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera (USMAF), Regioni, Province, Comuni.

Competenze associate alla funzione.

Tecnico delle Prevenzione nell'Ambiente e nei Luoghi di Lavoro (D. Ministero della Salute del 17 Gennaio 1997, n° 58)
Il laureato declina operativamente la competenza richiesta dal profilo professionale in tre aree:
a) Area tecnico-teorica: il Tecnico della Prevenzione ha solida conoscenza del sistema della Risk Analysis e delle sue componenti di valutazione, gestione e comunicazione del rischio. La fase di valutazione prevede la capacità di dimensionare correttamente la qualità e la quantità del rischio specifico attraverso l'esecuzione di misure chimiche e fisiche, la capacità di ricavare e interpretare dati significativi per la definizione del livello di esposizione al pericolo.
b) Capacità solutive e di pianificazione: riguardano la capacità tecnica e organizzativa di proporre misure sistematiche di riduzione e contenimento del rischio e di valutare l'impatto del proprio intervento e del livello di coinvolgimento atteso delle organizzazioni/figure interessate. La competenza si esprime anche nella capacità di mettere in atto strategie di pianificazione degli interventi necessari in rapporto al livello di rischio valutato. Rientrano in quest'area la capacità di impostazione e revisione di procedure e linee-guida preventive, tecniche e organizzative.
c) Capacità formative e relazionali: le attività di valutazione e gestione del rischio sono collegate al tema della percezione individuale del rischio e della sostenibilità delle misure di prevenzione e riduzione del rischio in cui la formazione delle figure coinvolte gioca un ruolo essenziale. Sono elementi imprescindibili, quindi, la capacità di lettura dei bisogni formativi e di progettazione e gestione degli interventi cogenti e d'iniziativa per migliorare il livello di consapevolezza degli esposti/interessati. La gestione dei fattori di rischio richiede, capacità strutturate di relazione e negoziazione.

Funzione in contesto di lavoro.

Tecnico delle Prevenzione nell'Ambiente e nei Luoghi di Lavoro (D. Ministero della Salute del 17 Gennaio 1997, n° 58)
Obiettivo core della figura professionale è la capacità di individuare, analizzare valutare, ridurre l'impatto dei fattori di rischio per la salute attraverso la messa in atto di interventi di prevenzione primaria.
Questi interventi sono definiti dall'Istituto Superiore di Sanità come “l'insieme di attività, azioni ed interventi che, attraverso il potenziamento dei fattori utili alla salute e l'allontanamento o la correzione dei fattori causali delle malattie, tendono al conseguimento di uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale dei singoli e della collettività o quanto meno ad evitare l'insorgenza di condizioni morbose. L'insieme di questi interventi è pertanto finalizzato a ridurre la probabilità che si verifichi un evento avverso non desiderato (riduzione del rischio)”.
Nei Dipartimenti di Prevenzione, nei quali il Tecnico delle Prevenzione svolge le seguenti funzioni in teams multi-professionali composti principalmente da medici, medici veterinari e altri laureati di area tecnico-scientifica. Gli ambiti di applicazione prevalenti sono:
a) Area della Prevenzione, Igiene e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro nei controlli preventivi e ispettivi previsti per la tutela della Sicurezza nei luoghi di lavoro, attraverso attività di vigilanza per la tutela dei lavoratori da malattie professionali e infortuni. Il professionista è chiamato a svolgere anche attività di indagine, promosse dalla magistratura inquirente, sulle cause e modalità di accadimento degli infortuni sul lavoro. Collabora con il medico del lavoro nell'accertamento delle malattie professionali. Si occupa anche dei progetti finalizzati alla formazione per la sicurezza.
b) Area dell'Igiene e della Sanità Pubblica dove si occupa di rilascio pareri sanitari nel settore dell'igiene urbana ambientale e dell'abitato, delle valutazioni di impatto ambientale di attività produttive, della prevenzione delle malattie diffusive, del controllo delle acque destinate al consumo umano, della vigilanza nei confronti delle strutture scolastico-educative, delle strutture assistenziali e sanitarie private, della vigilanza e controllo dell'immissione in commercio dei cosmetici, degli integratori alimentari e dei presidi medici. Si occupa, in team con i medici igienisti, della raccolta dati e valutazione epidemiologica degli effetti di salute degli inquinanti ambientali.

c) Area della Sicurezza Alimentare, nei Servizi di Sicurezza Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare nell'ambito dei controlli ufficiali dei prodotti alimentari, dei requisiti strutturali e funzionali delle imprese alimentari lungo tutta la filiera produttiva con particolare attenzione alla produzione primaria, delle forme e modalità di allevamento degli animali da reddito, della sorveglianza sul commercio e l'utilizzo di fitosanitari e delle modalità di formazione continua necessarie per gli operatori del settore alimentare. Inoltre provvede alla programmazione, coordinamento e verifica dei controlli focalizzati sul rispetto della normativa Comunitaria, Nazionale e Regionale in materia di prevenzione delle malattie veicolate da alimenti. È impiegato nella gestione delle procedure di tracciabilità-rintracciabilità dei prodotti alimentari e nel Sistema Rapido di Allerta per la gestione di alimenti e mangimi non conformi (RASFF) promosso dall'Unione Europea.

Nelle strutture del Sistema Sanitario Nazionale il professionista è coinvolto nell'analisi dei dati ricavati dalle attività di controllo ufficiale e nella loro elaborazione per le attività istituzionali di rendicontazione e di comunicazione del rischio, nonché nell'elaborazione di linee guida istituzionale e nella programmazione ed erogazione di interventi di formazione e di promozione della salute.
All'interno delle Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale il Tecnico della Prevenzione si occupa di tutela dell'ambiente svolgendo accertamenti sulle fonti di inquinamento e i relativi impatti che ne derivano. In particolare all'interno di dette strutture si occupa del monitoraggio della qualità dell'aria e delle emissioni in atmosfera, del monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee, del controllo per la difesa del suolo (rifiuti speciali e impianti di trattamento rifiuti), del controllo dell'inquinamento acustico e di epidemiologia ambientale.
Nel settore pubblico il professionista laureato può rivestire ruoli di coordinamento del personale e/o di settori specifici di attività e intervento. Può assumere anche posizioni organizzative con l'attribuzione di funzioni complesse di gestione funzionale del personale tecnico.
Nel settore privato, il tecnico della prevenzione si fa carico delle attività di supporto e consulenza alle imprese rispetto alla valutazione e gestione del rischio, direttamente, come addetto o responsabile nel Servizi di prevenzione e protezione aziendale, o come consulente esterno, sulle seguenti materie:
• Progettazione, redazione e aggiornamento di Documenti di Valutazione del rischio;
• Misure strumentali di igiene industriale e ambientale finalizzati alla valutazione dei livelli di rischio/esposizione;
• Gestione, documentazione e monitoraggio e revisione di Modelli Organizzativi Gestionali e di Sistemi di Gestione ISO 14000 e 45000;
• Conduzione di audit interni;
• Formazione del personale.
Nelle aziende private, come dipendenti o consulenti, i laureati possono svolgere con autonomia tecnico professionale attività di programmazione e di organizzazione del lavoro, in riferimento alle condizioni di igiene e sicurezza dei lavoratori; in collaborazione con il servizio di prevenzione e protezione concorrono all'individuazione degli interventi di prevenzione delle malattie professionali e di protezione ambientale legata ai cicli produttivi. Collaborano con i datori di lavoro e con le imprese all'analisi dei rischi in azienda e nella redazione di documenti di valutazione dei rischi (sicurezza del lavoro, sicurezza alimentare sicurezza ambientale).

Caratteristiche della prova finale.

La prova avviene secondo il dettato della circolare emessa il 20 gennaio 2012 dal Ministero della Salute di concerto con il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della ricerca in merito alla prova finale dei corsi afferenti alle classi di laurea per le professioni sanitarie ai sensi del D.M. 270/2004. In base alla circolare la prova finale è unica e si compone di una prova pratica e di una prova che consiste nella redazione della tesi e conseguente dissertazione. La prova pratica deve essere strutturata in modo da permettere al candidato di dimostrare di aver acquisito le conoscenze e le abilità pratiche e tecniche inserite nel contesto operativo previsto dal proprio profilo professionale e l'elaborato di tesi deve essere incentrato sulle peculiarità della professione sanitaria per cui l'esame viene svolto. Le due diverse parti dell'unica prova finale devono essere valutate e concorrono entrambe alla determinazione del voto finale dell'esame.

La Tesi di Laurea e l'esame di abilitazione danno luogo all'acquisizione di 6 CFU.